IL FATTORE MENTALE NEL TENNIS
- Il Training Autogeno Meditativo
Il Training Autogeno meditativo e la dimensione spirituale.
Per capire cos’è il Training Autogeno Meditativo, occorre considerare l'uomo anche dal punto di vista spirituale, come scrive Victor Frankl parlando di psicologia dell'altezza, per individuare le categorie di valori che risultano fondamentali per la ricerca e la realizzazione del senso della vita; prospettare la positività del dolore e della sofferenza ove vi sia un obbiettivo da raggiungere e la possibilità di poter prendere sempre un atteggiamento, anche nelle situazioni-limite.
Oggi è riconosciuta, ogni giorno di più, l’importanza della sfera dell’esperienza “spirituale” che Abraham Maslow ha chiamato delle “esigenze superiori”. Queste vengono anche chiamate esperienze delle vette (peak experience) e protendono alla realizzazione delle potenzialità dell’io, trascendenza dell’io, sacralizzazione della vita di ogni giorno, unità, spirito e coscienza cosmica. L’emersione di queste naturali spinte, latenti in ogni uomo, aiutano a sviluppare un’altra logica e un’altra visione del mondo, più significativa di quella attuale.
Quando il training autogeno viene utilizzato in senso meditativo, lo stato di contemplazione, del tutto passiva e distaccata dai vissuti corporei, è al massimo livello.
Di seguito darò esempi di alcuni esercizi del training autogeno “meditativo”.
L’esercizio del “Colore Personale” si rappresenta mentalmente con la formula: ”e ora agli occhi della mente appare un colore”. Ovviamente non ci si può aspettare che emerga subito il colore personale; in genere appaiono più colori, a volte mischiati ma alla fine un colore risulta dominante su tutti. La scoperta del colore personale è importante per stabilire la propria identità emozionale.
L’esercizio dei “Concetti Astratti” si può svolgere dopo aver rappresentato il colore personale e poi “agli occhi della mente appare (ad esempio) la libertà”. E’ un esercizio in cui le emozioni legate alla dimensione esistenziale esplorata emergono potentemente. Come dice Schultz, la scoperta del proprio mondo interiore “non costituisce solo un arricchimento momentaneo, ma un’autentica svolta esistenziale” .
I concetti da approfondire vengono, di solito, concordati fra me ed i partecipanti. I più comuni sono: l’amore, l’amicizia, la giustizia, la sicurezza, la fiducia, la felicità, la gioia, la serenità…
Nel training autogeno meditativo l’esplorazione dei concetti è praticamente infinita e l’esercizio dura in media circa 30 minuti.
Altro esercizio che viene comunemente definito “Dialogo con l’inconscio”; parla di “risposte dall’inconscio” e di “domande all’inconscio”, dando ad esse una forte connotazione esistenziale. Il primo dei due esercizi (sempre formulato dopo aver rappresentato il colore personale) risponde a domande inconsce riassuntive di una vasta gamma di bisogni, il secondo (sempre formulato dopo il colore personale) rende coscienti le domande e lascia il soggetto “in attesa” di risposte.
Le domande hanno tutte valenze esistenziali o di obbiettivo nel caso tennistico. Una categoria di domande a valenza esistenziale possono riguardare ad esempio: “qual’è la mia via?”; “cos’è importante per me?”; “qual’è il mio rapporto con il tennis?” “ quanto sono disposto a sacrificarmi?”;”qual’è il senso dello sport?”; …
Il termine di ogni fase di Training Autogeno meditativo va sempre accompagnato da alcuni esercizi di risveglio muscolare e mentale e, anche questo, è sconsigliato in assenza di un professionista.